Nel 2018 rincari carburante da 415 euro per ogni famiglia
Proprio ora che ci avviciniamo al periodo estivo e alle grandi partenze, arriva il momento di fare i conti con il caro carburante che sta mettendo sempre più in difficoltà noi italiani. L’aumento dei prezzi di diesel e benzina è diventato una costante ed influenza anche altri tipi di spese e consumi, l’allarme viene lanciato dal Codacons che quantifica il caro carburante in una bella (brutta) stangata da 415 euro per ogni famiglia nel 2018. Un pieno ormai ci costa almeno il 10% in più rispetto al 2017, e mentre si cerca di far diminuire il prezzo del petrolio a livello internazionale, ancora una volta il dito viene puntato sulle tasse e sulle solite accise.
Il rincaro dei prezzi del carburante viene stimato direttamente sui dati ufficiali rilasciati dal Ministero dello Sviluppo economico, che facendo un confronto con la prima metà del 2017 fa emergere la consistenza dell’aumento dei costi. Le analisi rivelano infatti una crescita del prezzo della benzina pari al 10,4%, mentre per il diesel si registra un +13,7%, il che significa che un pieno di carburante ci costa oggi rispettivamente 7,75 euro e 9,15 euro in più rispetto ad un anno fa. Come al solito, anche da questo punto di vista in Italia siamo tra i peggiori: infatti con una media di 1,528 euro al litro ci posizioniamo come il Paese europeo con il diesel più caro, mentre siamo al terzo posto per quanto riguarda la benzina (1,640 euro al litro), dietro solo a Olanda e Grecia. Il rincaro però non ha effetto solo sul nostro pieno, ma va ad incidere su un’altra serie di fattori economici che pesano sulle nostre tasche.
Secondo il presidente del Codacons Carlo Rienzi a causa dell’incremento dei prezzi del carburante c’è stato un: “Raddoppio del tasso di inflazione nel mese di maggio, passato dallo 0,5% all’1% che determinerà un effetto domino con aumenti a cascata per una moltitudine di prodotti e servizi, comprese le bollette luce e gas”. Considerando che, sempre come spiega il Codacons, il costo dei carburanti va ad incidere fino allo 0,5% sui prezzi dei prodotti trasportati su gomma, pari all’85% della spesa degli italiani, ogni famiglia si troverà a pagare mediamente 415 euro in più nel 2018, a cui si potrebbero aggiungere i rincari di spesa alimentare, luce e gas. Al contrario però, il petrolio risulta in calo, e il problema maggiore rimangono tasse ed accise.
Proprio negli scorsi giorni c’è stato un vertice Opec (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) che ha portato alla decisione di aumentare la produzione pur abbassando i prezzi. Come potete vedere nel grafico qui sopra il petrolio Brent, uno dei due più esportati insieme al WTI prodotto in Texas, dopo un aumento che lo aveva portato a quota 80 dollari è sensibilmente calato fino a poco più di 74 dollari. Quindi se da una parte si cerca di far scendere il prezzo del petrolio, e anche i costi legati ai prodotti energetici, dall’altra l’appello del Codacons è di intervenire sulle inutili accise “inserite dai governi al solo scopo di utilizzare gli automobilisti come bancomat”. Giusto per la cronaca, tra le imposte indirette sul carburante figura ancora il finanziamento per la guerra di Etipia del 1935, e più in generale tra tutte le accise paghiamo 72 centesimi di euro per ogni litro di benzina e 61 centesimi per il gasolio, a cui va aggiunta l’Iva del 22%. Lo Stato nel solo 2017 ha guadagnato ben 25 miliardi di euro solo con le tasse indirette sulla benzina, forse è il caso di pensare di più ai consumatori: il nuovo Governo lo promette, vedremo se manterrà la parola.